sabato 13 novembre 2010

OSHO: IL GIORNALISTA SANO

Osho, che cos’è il giornalismo sano? Il giornalismo può sopravvivere solo sulle notizie positive? Per favore parlaci della tua visione sulle responsabilità dei media.
Per giornalismo sano, intendo un giornalismo che nutre tutta la personalità dell’uomo: il suo corpo, la sua mente, la sua anima. Un giornalismo che abbia a cuore la creazione di una umanità migliore e non solo il semplice riportare ciò che succede. Il giornalismo non dovrebbe essere solo un mezzo per divulgare le notizie, dovrebbe essere anche grande letteratura: a quel punto è sano. Anche il giornale di ieri dovrebbe restare in qualche modo valido, così che si possa leggerlo anche oggi. Non dovrebbe essere così momentaneo. Ma se è solamente un mezzo per le notizie, allora è naturale che una volta passato quel giorno, le notizie non siano più nuove.
Si dovrebbe fare qualcosa che non diventi mai vecchio, che rimanga sempre nuovo. Questo è ciò che è la grande letteratura.
Gli scritti di Dostojevskj, oppure quelli di Leo Tolstoj, di Anton Cecov o di Turgenjev, di Rabindranath Tagor, resteranno significativi fino a quando esisterà l’umanità, più freschi che mai. Qualcosa nel giornalismo dovrebbe possedere quella qualità e quella qualità può essere sviluppata....
Può esserci spazio per le notizie, ma queste dovrebbero avere un’importanza secondaria. Perché cosa sono quei notiziari? Che effetto avranno? Qualcuno ruba, qualcun altro si suicida: che ragione c’è di farne una notizia? Perché riportare una notizia senza che sia necessaria? Riempite lo spazio dei giornali con cose assolutamente non essenziali.
Fateci entrare l’essenziale. Esistono i poeti, i pittori, gli scrittori, ci sono dei giganti spirituali: potete farli entrare tutti nel giornale. Dovrebbero avere la parte maggiore… e la politica dovrebbe essere in terza pagina, o nella quarta, o magari in nessuna pagina! Avete gonfiato così tanto questi politici, dato loro un’attenzione così esagerata, che tutta la nazione ne soffre. Tutto il mondo sta soffrendo a causa di queste persone e dovrete prendervi la responsabilità di tutto questo. Queste persone dovrebbero essere ridimensionate e messe al loro posto. Essere il presidente di una nazione non significa un granché. È importante se è o meno un grande presidente. La questione è la qualità. Un presidente, solo per il fatto di essere presidente, non è un granché, ma la sua qualità… Parlate delle qualità, non della personalità. Un primo ministro, solo per il fatto di essere il primo ministro, non significa molto. Parlate delle sue qualità: che cosa ha fatto per il paese, che cosa è capace di fare? Provocatelo affinché lo faccia.
I giorni continuano a passare… ho visto questi quaranta anni passare. Tutta la mia famiglia era coinvolta nella lotta per l’indipendenza, sono stati tutti in prigione per questo; e noi da bambini ne abbiamo sofferto. Quando ero piccolo chiedevo a mio padre: “Sei sicuro che verrà questa libertà per la quale stai combattendo? È possibile che gli inglesi se ne vadano, ma sei sicuro che quelli che li rimpiazzeranno saranno migliori? Capisco che stai combattendo contro la schiavitù, ma non penso che tu abbia alcuna idea che stai combattendo per la libertà: non hai un programma positivo, concreto!”.
Tutto il movimento di liberazione in India non aveva un programma. E il risultato è che sono passati quaranta anni e il paese è caduto sempre più in basso. Quando ho cominciato a parlare trent’anni fa, la popolazione di questo paese era di quattrocento milioni. Ho parlato in favore dei metodi anticoncezionali e mi hanno preso a pietrate, i miei discorsi sono stati interrotti. E quando sono tornato in quella città non mi è stato permesso di scendere dal treno: duecento integralisti indù hanno circondato il treno per impedirmelo. E ora la popolazione del paese ha raggiunto i novecento milioni. Alla fine di questo secolo passerà il miliardo. Per la prima volta nella storia, l’India sorpasserà la Cina. Fino adesso, la Cina era il paese più stupido, ora sarà l’India al primo posto. La Cina adesso è riuscita a ridurre la sua popolazione, ma i politici non hanno fegato, non hanno coraggio; hanno paura di dire la verità alla gente, perché devono prendere voti. I giornalisti non dovrebbero aver paura di nessuno; voi non dipendete dai voti di nessuno. Dovreste portare la verità. Dovreste dir loro: “State facendo figli, ma in realtà state creando morte. Per la fine del secolo metà della nazione – e ciò significa cinquecento milioni – morirà di fame. Una persona su due. Sarete circondati dai cadaveri. Cosa stanno facendo i vostri politici?
Ma se parlo a favore del controllo delle nascite, i preti mi condannano e i politici cercano di distruggere i miei sforzi, perché va contro le superstizioni religiose della gente. Nessun politico ha il coraggio di venire a farmi visita, di incontrarmi. Indira Gandhi aveva chiesto di incontrarmi… per sei volte prese appuntamento per venire a trovarmi e il giorno prima lo cancellava. Alla fine ho mandato la mia segretaria a chiederle: “Che storia è questa? Se vuoi venire, vieni; se non vuoi venire, nessuno ti ha invitato. Stai continuando a chiedere…”. E lei disse alla mia segretaria: “I miei colleghi non me lo permettono. Dicono che venire da te è pericoloso per il mio futuro nella politica. Perché non mi voterà più nessuno!”. Gli shankaracharya, gli imam e i vescovi ritireranno i loro voti, se vengono a sapere che un uomo politico è venuto da me.
E una delle cose più incredibili è che nessuno di loro ha il coraggio di accettare la sfida di una discussione con me. Continuo a sfidarli, dicendo che sono pronto per un dibattito pubblico con qualsiasi persona e su qualunque soggetto e questi codardi… nessuno si fa vivo.
I giornalisti dovrebbero rendere pubbliche le notizie che riguardano persone che stanno combattendo battaglie poco conosciute, perché le cause impopolari sono il futuro dell’uomo. La lotte per le cause conosciute da tutti sono l’eredità del passato, ormai marcia. I politici non possono avere tanto coraggio, ma i giornalisti sì. E dovrebbero averlo! Questo genere di giornalismo io chiamo “sano”.
Tu chiedi. “Il giornalismo può sopravvivere su notizie positive?” Non sto dicendo questo. Dico semplicemente di non cercare di sopravvivere solo sulle notizie negative. Date spazio al positivo, in tutta la sua bellezza e mettete il negativo come sfondo, non ci si dovrebbe focalizzare sul negativo. Io non voglio che siate solo positivi, voglio che siate realisti.
Il negativo è parte della vita, sì, la morte è parte della vita. Ma ciò non vuol dire che dobbiate mettere il cimitero nel bel mezzo della piazza del mercato. Fate il vostro cimitero fuori città, dove andate solo una volta e non ci tornate. Perché non lo fate in mezzo al Bazar così che tutti possano vedere ogni giorno i cadaveri che vengono bruciati! Non rendere le persone troppo impaurite dalla morte. Non creare delle fobie attraverso il negativo. Questo sto dicendo. Non sto dicendo che i media debbano sopravvivere solo sulle notizie positive. Questo sarebbe sbagliato, sarebbe solo una delle due metà. Il negativo dovrebbe essere portato alla luce, ma non essere enfatizzato. Dovrebbe invece venir criticato. Si dovrebbe dare energia al positivo e condannare il negativo. In questo modo non sei solamente positivo, porti tutte due le cose… Ma la parte negativa è brutta.
Nella vita continuiamo a mettere il positivo in primo piano e il negativo in secondo piano. L’attitudine di un giornalismo sano dovrebbe essere la stessa: l’enfasi dovrebbe essere sul positivo, il negativo dovrebbe essere usato solo come contrasto per arrivare al positivo, non dovrebbe essere enfatizzato, perché nella mente delle persone crea l’idea che la vita sia fatta solo di cose negative. E questo è un pericoloso cancro dell’anima.
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